1.1 La VITA

Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564 da una nobile famiglia fiorentina. Si iscrisse all'Università di Pisa dove si dedicò agli studi scientifici, alla matematica, alla medicina e alla filosofia naturale, per poi abbandonare l'Università senza mai laurearsi. Nel 1589 vi rientrò come docente di matematica, successivamente si trasferì nell'ateneo di Padova, dove ebbe maggior libertà di espressione. Nel 1610 Galilei si traferì a Firenze, come matematico e filosofo del Granduca di Toscana. Per le sue teorie Galileo fu processato dalla Santa Inquisizione e per evitare la morte nel 1633 fu costretto ad abiurare. Venne comunque condannato all'esilio presso la sua villa ad Arcetri dove morì da solo nel 1642.

Rossella D'Angelo

1.2 la condanna e l'abiura 

Quando divenne papa il cardinale Barberini, amico di Galilei, prese il nome di Urbano VIII , Galilei sperò in un suo appoggio e scrisse un'opera alla quale lavorava da tempo, il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo", nella quale metteva a confronto , in maniera molto semplice e chiara, la teoria tolemaica e quella copernicana.

Papa Urbano VIII, però, temendo di perdere il suo potere, sotto la minaccia del Consiglio dei Prelati, costrinse Galilei ad abiurare pubblicamente le proprie tesi e fu condannato agli arresti domiciliari a vita. Galilei trascorse gli ultimi anni della sua vita prima a Roma e poi a Firenze sempre sorvegliato. Tuttavia proseguì nelle sue ricerche, ed eludendo la sorveglianza, riuscì a far giungere in Olanda il frutto delle sue ultime scoperte. 

Ilaria Cultrona 92280639

IL METODO GALILEIANO

Galilei fu innovativo e moderno per l'atteggiamento metodologico che caratterizzava le sue ricerche. Per la prima volta la matematica  diventa, nel metodo Galilei lo strumento per interpretare la Natura .

Il metodo galileiano si fonda sull’osservazione diretta del fenomeno naturale e la sua trascrizione in termini scientifici e matematici. La fase successiva prevede l’elaborazione dei dati sulla base di una dimostrazione matematica per poi arrivare ad un esperimento che confermi il risultato riscontrato dall’esperienza..

Sabrina Allotta

              Il Saggiatore

Galilei scrisse quest'opera in occasione della comparsa in cielo di tre comete nel 1618. 

E' un'epistola scientifica indirizzata all'amico sacerdote Virginio Cesarini come risposta all'opera la “Libra” del gesuita Orazio Grassi, il quale intendeva confutare le tesi di Galileo sulla natura delle comete.  

In quest'opera, Galilei espone l'importanza della metodologia della    ricerca scientifica,  affermando che lo scienziato, nelle sue indagini, deve attenersi all'esperienza derivata dai dati sperimentali. 

Nel VI cap. dal titolo "La favola dei suoni",  egli dimostra come non sia possibile spiegare ogni fenomeno naturale, ma che è, invece, fondamentale mantenere un atteggiamento di curiosità e di apertura verso conoscenze sempre nuove.

                                                         Maria Buscemi