JACOPO FALDUTI DE ROSA 3DG
PRODOTTO FINALE 2017/2018

Angioini furono i membri del ramo cadetto della dinastia francese iniziato nel Regno di Sicilia da Carlo I, fratello minore del Re di Francia Luigi IX il Santo. In quella stagione di fermenti ghibellini espressi nel Nord da Ezzelino da Romano e nel Centro peninsulare dagli esiti dell’epica battaglia di Montaperti, ove il 4 settembre 1260 era rifulsa d’eroismo la figura di Manente degli Uberti detto Farinata, il Papato aveva creato le premesse perché i Francesi s’impadronissero del Regno di Sicilia distruggendone quella funzione di crocevia di civiltà e culture. In una manciata di giorni, il disorientamento del fronte ghibellino sul Garigliano gli consentì poi di invadere il Sud e di convergere a Benevento ove, il 26 febbraio successivo, Manfredi fu sconfitto ed ucciso.
Le Baronie elessero Pedro previa garanzia di successione separata fra Regno d’Aragona e Regno di Sicilia ed impegno che, alla sua morte, gli succedesse il figlio cadetto Giacomo II, sotto reggenza materna.
La dinastia angioina
Incoronato a Rieti, il 19 maggio del 1290 Carlo II sedette al tavolo della Pace di Senlis, per effetto della quale fu deciso che sua figlia Margherita sposasse Carlo di Valois, fratello di Filippo IV.
La condotta di Bonifacio indispose Filippo che gli intimò di comparire avanti ad un Consiglio Generale di Corte.
La ritorsione fu immediata, ma il tentativo del Re di Napoli di assicurarsi il possesso dell’isola nel 1314, si risolse in un bruciante fallimento. Non a caso, nel 1319 il Cardinale Bertrando del Poggetto, Legato pontificio in Italia, scomunicò la famiglia milanese ed i suoi alleati obbligandoli a riconoscere la sovranità angioina. Le tensioni si esasperarono nel 1324, quando Ludovico accusò di eresia il Pontefice che, rivoltosi ai Grandi Elettori tedeschi, ne chiese la sostituzione al soglio imperiale con Carlo V.
Indifferente ai proclami ecclesiali e proclive alle ragioni dello scisma francescano, nel 1327 a Milano con la moglie Margherita d’Olanda e contro il volere della Chiesa, Ludovico indossò la corona ferrea dei Longobardi, mentre una flotta di novanta navi angioine sbarcava a Patti ed invadeva parte della Sicilia. Epperò, la progettata invasione del Regno partenopeo fu condizionata da una tale esiguità di risorse economiche da produrre un ampio fronte di defezione fra gli alleati e da indurlo, nel 1239, al rientro a marce forzate in Germania. Nel 1338 Roberto d’Angiò tentò la riconquista dell'isola aiutato dal Conte d'Artois e dall' ammiraglio Gaubert. Nel frattempo una nuova spedizione angioina aveva sconfitto la flotta siciliana guidata da Giovanni Chiaramonte e preso l'arcipelago delle Eolie. Nel 1343 Giovanna I tentò di occupare la Sicilia ma una potente flotta posta a presidio dello stretto, l’offensiva di Luigi d'Ungheria e l’armata navale comandata da Raimondo Peralta piegarono le sue velleità.
L’unione durò soli tre anni, poiché ella morì nel mettere al mondo la figlia Maria. Costui era figlio di Caterina di Valois, tesa a trasmettergli il titolo di Imperatore di Bisanzio ma ignara che il medesimo progetto era perseguito da Carlo di Durazzo, marito di Margherita, a sua volta nipote di Giovanna. Le indicazioni testamentarie di Roberto il Saggio, in un rigurgito di rimorsi, prescrivevano che con Giovanna fosse incoronato il marito Andrea per diritto ed a ristoro dei danni che egli stesso aveva procurato a suo padre Carlo Roberto d’Ungheria spodestandolo.
La Corte papale fu costretta ad aprire un’inchiesta mentre poco più tardi Giovanna metteva al mondo il figlio Carlo. I presunti responsabili del fatto di sangue furono regolarmente giustiziati, ma l’irrogata pena non placò la violenza della reazione di Luigi d’Ungheria che, irritato dalla impunità della cognata, nel maggio del 1346 protestò contro la sentenza del Tribunale avignonese esigendo la deposizione della Sovrana ed allestì una campagna militare di aggressione.
Indifferente al clamore suscitato dalla vicenda che pur continuava a chiamarla in causa come uxoricida, il 20 agosto del 1347 la Sovrana passò a nozze con Luigi di Taranto. Il 3 novembre successivo, ritenendo l’atto un’ulteriore provocazione, il Re d’Ungheria mosse verso l’Italia entrando in Benevento ai primi del 1348, con l’appoggio della Nobiltà locale. Così, in virtù della mediazione dei Legati papali, egli accettò di sottoscrivere una tregua ottenendo comunque l’apertura di un processo a carico della cognata. Nel marzo del 1354, intanto, agguerrite legioni partenopee sbarcarono a Milazzo causando rovine e lutti e, nel successivo aprile, quattro galee raggiunsero Palermo ove Niccolò Acciaiuoli fu accolto come un trionfatore. Era la fase del Grande Scisma quella in cui ella, priva di eredi dopo la morte dell’unico figlio, decise di designare alla successione il nipote Carlo III di Durazzo. Ma proprio la sete di potere di costui e l’inasprirsi della lacerazione interna alla Chiesa incrinarono i rapporti di parentela.
Nel novembre del 1434 a Taranto, amatissimo dai sudditi Luigi III d’Angiò morì senza poter accedere a quel trono pur assegnatogli. In seguito alla sua morte, il Papa contestò la successione di Renato d’Angiò e accese la miccia di una nuova e sanguinosa guerra civile appesantita dalla presa di possesso del Regno da parte del Legato pontificio Vitelleschi. Alfonso, Sovrano illuminato e generoso, riunì sotto il suo scettro, dopo due secoli e mezzo circa di lotte fratricide, tutte le martoriate terre del Sud dando vita al Regno delle due Sicilie cui, nel 1446, affiancò il controllo della Sardegna e conferendo al suo Stato il primato in tutto il Mediterraneo. Egli si spense il 17 giugno del 1458, senza poter conquistare anche Genova.
Carlo D'Angiò
Ultimogenito, era destinato alla vita monastica, ma la prematura scomparsa di ben due fratelli gli concesse titoli ed onori a cui non era destinato. Questo attirò numerosi pretendenti ed il più importante fra questi, Giacomo I d’Aragona, arrivò addirittura ad assediare il castello della contessa per ottenere la sua mano. Carlo arrivò con le sue armate e spazzò via quelle del rivale riuscendo a sposare la giovane il 31 gennaio del 1246 ed acquisendo, di conseguenza, il titolo di Conte di Provenza. Tra il 1258 ed il 1264 riuscì persino a conquistare tutto il Piemonte ponendo, di fatto, fine all’autonomia della regione.
Intanto, però, in tutta la penisola italica si acuiva la lotta fra i guelfi, sostenitori del Papa e del suo potere temporale, ed i ghibellini, fedeli all’impero tedesco. Fra questi, Manfredi della casata di Svevia, re di Sicilia, acquisiva sempre più potere e manifestava l’intenzione di unificare tutta l’Italia sotto il suo dominio.
Nel 1263 papa Urbano IV scomunicò Manfredi,ma serviva qualcuno abbastanza potente da affrontare il re in battaglia e scacciare le sue armate dalla Sicilia e dalla Campania. Carlo accettò la sfida e nel 1266 radunò a Roma circa 30.000 soldati francesi.
La notte dell’epifania, nella basilica pontificia, venne ufficialmente incoronato re di Sicilia.Nei due anni successivi il re, con la scusa di sottomettere le città ghibelline riuscì ad estendere, con la compiacenza del Papa, gran parte della Toscana. Nel 1270, però, le ambizioni del sovrano furono arrestate da un’ennesima crociata del fratello, dove,peraltro, lo stesso Luigi IX perse la vita in seguito ad una violenta dissenteria. Ad approfittare di questo caos fu Pietro III d’Aragona che sbarcò a Trapani con circa 9000 armigeri e scacciò definitivamente le truppe francesi dall’isola.
Carlo per tre anni cercò di arginare l’avanzata spagnola sul continente, ma, in parte per l’incapacità del figlio, Carlo lo Zoppo che perse l’intera flotta napoletana, ed in parte per le continue rivolte popolari contro l’autoritario monarca ogni sforzo fu vano. Il 10 febbraio iniziò la marcia in Campania e la maggior parte dei baroni fedeli a Manfredi, impauriti dall’avanzata francese, tradirono il loro signore. Lo Svevo tentò una disperata resistenza lungo il fiume Calore, nei pressi di Benevento, ma nella violenta battaglia venne colpito a morte.

Church of St.Lorenzo Maggiore
With the advent of Charles I of Anjou and therefore of the French dynasty, Naples became the capital of the Kingdom of the Two Sicilies. Considering that the city was left in a long state of abandonment, from the Normans first and then the Swabians, it is clear that this historical event was the premise for an urban and administrative renaissance for Naples, with a consequent rebirth also cultural and artistic. of San Lorenzo was the first church to be rebuilt according to the unmistakable French Gothic style, introduced by the architects and workers following Carlo I.
The current plan of the Basilica, built according to the needs of the Franciscan spirit, has a single large central nave, Apse and 23 side chapels.
The Apse, one of the most audacious and gothic in Italy, has a space that develops according to the French Gothic style, not only for the circular plan with the ambulatory and radial chapels, but also for the ribbed cross vaults on pointed arches, for polystile pillars, for flying buttresses and fortresses.
Among the chapels of the entire basilica, there is the one dedicated to the Madonna degli Angeli, which presents frescoes made in 1333-1334 by Antonio Cavarretto, disciple Giotto, dedicated to the life of the Virgin.The Transept instead presents at its center the altar marble, executed in 1500 by the sculptor Giovanni Merliano da Nola, placing at the center of the statue the statue of San Lorenzo, the martyr to whom the church is dedicated, on the right San Francesco and on the left Sant'Antonio.
Under his statue of San Lorenzo, his martyrdom is carved with finality of realism. Under St. Francis the miracle of the wolf of Gubbio tamed, and under St. Anthony the miracle of the fish that hear his word.


Carlo D'angiò
Youngest, he was destined for monastic life, but the untimely death of two brothers granted him titles and honors to which he was not destined. This attracted numerous suitors and the most important of these, James I of Aragon, even came to besiege the castle of the countess to get his hand. Carlo arrived with his armies and swept away those of his rival succeeding in marrying the young on January 31, 1246 and acquiring, consequently, the title of Count of Provence. Between 1258 and 1264 it even succeeded in conquering all of Piedmont, effectively putting an end to the autonomy of the region.Meanwhile, however, throughout the Italian peninsula the struggle between the Guelphs, supporters of the Pope and its temporal power, and the Ghibellines, faithful to the German Empire, was intensified. Among these, Manfred of the House of Swabia, King of Sicily, acquired more and more power and expressed the intention to unify all of Italy under his rule.
In 1263 Pope Urban IV excommunicated Manfred, but he needed someone powerful enough to face the king in battle and drive his armies away from Sicily and Campania. Charles accepted the challenge and in 1266 he gathered around 30,000 French soldiers in Rome.
On the night of the Epiphany, in the pontifical basilica, he was officially crowned king of Sicily. In the following two years the king, with the excuse of subduing the Ghibelline cities, succeeded in extending, with the Pope's complacency, much of Tuscany. In 1270, however, the ambitions of the sovereign were arrested by yet another crusade of his brother, where, however, the same Louis IX lost his life following a violent dysentery. To take advantage of this chaos was Peter III of Aragon who landed in Trapani with about 9000 armigers and definitively drove away the French troops from the island.
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JACOPO FALDUTI DE ROSA 3DG
PRODOTTO FINALE 2017/2018

Angioini furono i membri del ramo cadetto della dinastia francese iniziato nel Regno di Sicilia da Carlo I, fratello minore del Re di Francia Luigi IX il Santo. In quella stagione di fermenti ghibellini espressi nel Nord da Ezzelino da Romano e nel Centro peninsulare dagli esiti dell’epica battaglia di Montaperti, ove il 4 settembre 1260 era rifulsa d’eroismo la figura di Manente degli Uberti detto Farinata, il Papato aveva creato le premesse perché i Francesi s’impadronissero del Regno di Sicilia distruggendone quella funzione di crocevia di civiltà e culture. In una manciata di giorni, il disorientamento del fronte ghibellino sul Garigliano gli consentì poi di invadere il Sud e di convergere a Benevento ove, il 26 febbraio successivo, Manfredi fu sconfitto ed ucciso.
Le Baronie elessero Pedro previa garanzia di successione separata fra Regno d’Aragona e Regno di Sicilia ed impegno che, alla sua morte, gli succedesse il figlio cadetto Giacomo II, sotto reggenza materna.
La dinastia angioina
Incoronato a Rieti, il 19 maggio del 1290 Carlo II sedette al tavolo della Pace di Senlis, per effetto della quale fu deciso che sua figlia Margherita sposasse Carlo di Valois, fratello di Filippo IV.
La condotta di Bonifacio indispose Filippo che gli intimò di comparire avanti ad un Consiglio Generale di Corte.
La ritorsione fu immediata, ma il tentativo del Re di Napoli di assicurarsi il possesso dell’isola nel 1314, si risolse in un bruciante fallimento. Non a caso, nel 1319 il Cardinale Bertrando del Poggetto, Legato pontificio in Italia, scomunicò la famiglia milanese ed i suoi alleati obbligandoli a riconoscere la sovranità angioina. Le tensioni si esasperarono nel 1324, quando Ludovico accusò di eresia il Pontefice che, rivoltosi ai Grandi Elettori tedeschi, ne chiese la sostituzione al soglio imperiale con Carlo V.
Indifferente ai proclami ecclesiali e proclive alle ragioni dello scisma francescano, nel 1327 a Milano con la moglie Margherita d’Olanda e contro il volere della Chiesa, Ludovico indossò la corona ferrea dei Longobardi, mentre una flotta di novanta navi angioine sbarcava a Patti ed invadeva parte della Sicilia. Epperò, la progettata invasione del Regno partenopeo fu condizionata da una tale esiguità di risorse economiche da produrre un ampio fronte di defezione fra gli alleati e da indurlo, nel 1239, al rientro a marce forzate in Germania. Nel 1338 Roberto d’Angiò tentò la riconquista dell'isola aiutato dal Conte d'Artois e dall' ammiraglio Gaubert. Nel frattempo una nuova spedizione angioina aveva sconfitto la flotta siciliana guidata da Giovanni Chiaramonte e preso l'arcipelago delle Eolie. Nel 1343 Giovanna I tentò di occupare la Sicilia ma una potente flotta posta a presidio dello stretto, l’offensiva di Luigi d'Ungheria e l’armata navale comandata da Raimondo Peralta piegarono le sue velleità.
- < BEGINNING
- END >
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